Le case delle donne nel Mediterraneo
Una rete di esperienze tiene insieme i movimenti femministi, da sempre Su questo mare che sta in mezzo alle terre si affacciano donne di Paesi diversi con esperienze comuni, tra queste “costruire case”, case delle donne: “spazio pubblico separato” secondo la tradizione femminista separatista italiana, “spazio pubblico protetto” secondo le donne di “Dar (casa) Rayhana” a Jendouba in Tunisia o di “Hapat e Lehtë” (Passi Leggeri) in Albania e quelle di “Villa5” a Collegno. Ma è un ossimoro parlare di spazi pubblici protetti o separati? No. Un punto di vista politico. Oltrepassando simbolicamente il significato, la soglia del “privato” della casa, le donne le trasformano in luoghi di soggettività collettiva. Spazi poliedrici, dove si mescolano saperi, si offrono opportunità e servizi. Vi si trovano infatti biblioteche, centri di documentazione, ristoranti, sale culturali, centri antiviolenza, consultori, palestre, radio, sportelli di consulenza. Sono luoghi ...